Merendine per bambini: attenzione all’etichetta!
Ecco perché è importante controllare l’etichetta delle merendine per bambini
Abbiamo scritto questo articolo sulle merendine per bambini dopo essere stati all’Expo nel 2015 e aver visitato i tanti padiglioni presenti a questa grande fiera mondiale: la visita all’EXPO 2015, infatti, è stata molto interessante, soprattutto per via dell’incontro tra culture e colture diverse da tutto il mondo che meritano di essere approfondite.
Oggi vogliamo condividere con voi un documento realizzato da SLOW FOOD, che come sapete è “un’associazione internazionale non profit impegnata a dare valore al cibo, nel rispetto di chi produce, in armonia con ambiente ed ecosistemi, grazie ai saperi di cui sono custodi territori e tradizioni locali” che riporta all’attenzione l’importanza delle etichette nelle merendine per bambini (e non!) per un consumo alimentare più consapevole.
A Milano, esposti nel padiglione SLOW FOOD, nell’area “Il carrello della spesa”, abbiamo letto una serie di articoli che abbiamo deciso di riportare così per come sono stati scritti, tale e quali, perché pensiamo siano un interessante spunto di riflessione sulla qualità di quello che mangiamo e sulle attenzioni che dovremmo avere quando andiamo a fare la spesa.
L’articolo di Slow Food sulle merendine per bambini
“La pubblicità le presenta come leggere e genuine, ma nella maggior parte dei casi non sono niente di tutto ciò. Le merendine industriali sono ricche di zucchero e spesso farcite di conservanti, coloranti, edulcoranti e altri additivi.
Il grasso principale presente fra gli ingredienti è l’olio di palma, la cui diffusione è quasi triplicata negli ultimi anni per via del costo molto e delle proprietà chimiche (è molto versatile e non irrancidisce). Insieme alla quantità prodotta si è moltiplicata per tre la superficie dedicata alle palme da olio: milioni di ettari di foreste (in Indonesia e Malesia) sono state distrutte per far posto a monocolture intensive. L’olio di palma che arriva sulle nostre tavole ingrediente invisibile di biscotti, merendine, cracker, creme spalmabili…- non ha niente a vedere con il succo che si ottiene dalla spremitura delle bacche delle palme. L’industria alimentare lo trasforma sbiancandolo, raffinandolo e frazionandolo.
Nei supermercati e nelle cucine arriva un grasso saturo (dal 50 all’80%) e insapore che, dopo aver devastato il pianeta, è pronto a compromettere la nostra salute (danneggiando le arterie coronarie e aumentando il colesterolo). Ma non finisce qui.
Il packaging di plastica delle merendine (quasi sempre doppio: a un packaging della confezione si aggiunge quello di ogni singola merendina) contribuisce ad aumentare la quantità enorme dei rifiuti non riciclabili che si accumulano nelle discariche e nei mari, sopravvivendo a noi e alle generazioni future.
Le soluzioni?
Le alternative fatte in casa non mancano: dal pane e marmellata alle torte e crostate. Se non vuoi rinunciare alle merendine, mangiane di meno e occhio alle etichette! Meglio preferire quelle con meno zucchero, conservanti, edulcoranti e additivi chimici, e quelle senza grassi idrogenati.”
Grazie SLOW FOOD!
Dott.ssa G. Marrapodi